lunedì 29 dicembre 2014

Strudel salato di ricotta e castagne con briciole di frutta secca alla salvia: momenti, sorrisi ed energia pura

Non è da me lasciare che le cose accadano. Io pianifico, valuto, programmo, studio e non lascio nulla al caso. Sono sempre stata così. Fino a quando la vita mi ha insegnato che niente si può programmare. Il destino spiega il suo progetto sul nostro mondo a prescindere dai nostri calcoli e dalle nostre statistiche. E' destabilizzante, per chi deve sempre avere tutto sotto controllo, come me. Ma ho imparato ad accettare che non posso domare il destino. Lui arriva, e travolge. Nel bene e nel male. E ho imparato a lasciarmi trasportare, senza puntare troppo i piedi. E vivere di cuore, più che di testa. La possibilità di avere quattro sere consecutive libere da impegni di lavoro è davvero insolita, direi impossibile. Ma a volte anche l'impossibile accade. Così ho seguito il cuore e ho abbandonato, per un po', i miei modesti set fotografici di preparazioni bizzarre, le ore interminabili passate a sistemare foto, scrivere post, condividere articoli e ho destinato questo tempo al mio più grande amore: la mia scricciolina. Nulla è scontato con lei. Non più. Abbiamo trascorso giornate meravigliose, nella loro semplicità. Ci siamo inventate tempi e spazi, facendo cose che andassero oltre i soliti schemi. E siamo state bene. Abbiamo riso, sorriso e condiviso. Ho cucinato, sì. Non posso farne a meno ^_^ Ma con uno spirito diverso. Ho riabbracciato vecchi amici, ritrovando un sorriso lontano. Ed ora torno qui, con la serenità di cui mi sono arricchita e tanto desiderio di dedicarmi, nuovamente, a questo spazio.
Torno con una ricetta che avevo in archivio. Perdonate la presenza di un ortaggio non più di stagione, ma questo strudel è tanto buono da meritare la condivisione, a prescindere dai dettagli. Attualizzatelo a piacimento, ma non lasciatevelo sfuggire: merita un assaggio e, dopo l'assaggio, merita la replica ^_^

Ingredienti

1 melanzana
100 g di castagne bollite
15 g di anacardi
10 g di pistacchi
4 foglie di salvia
100 g di ricotta vaccina
50 g di Fontal Nazionale
4 fogli di pasta fillo
1 spicchio d'aglio
sale
noce moscata
olio evo

Lavate la melanzana. Tagliatela nel senso della lunghetta e cuocetela in forno (o al vapore) fino a quando sarà morbida. Lasciatela raffreddare e prelevate la polpa, tagliandola a tocchetti.
Riducete in briciole gli anacardi e i pistacchi e teneteli da parte.
Fate scaldare un cucchiaio scarso di olio in una padella e, quando sarà caldo, unitevi l'aglio schiacciato. Lasciate insaporire, quindi togliete l'aglio e versate le melanzane. Salate a piacere e unite la noce moscata. Cuocete a fiamma media per qualche miuto, quindi unite le foglie di salvia, precedentemente lavatem sepezzettandole con le mani. Unite anche le castagne bollite, ridotte a tocchetti, e lasciate che i sapori si armonizzino, per circa 5 minuti, sul fuoco dolce.
   Nel frattempo preparate la pasta fillo, sovrapponendo i fogli tra loro, ciascuno unto con un po' di olio evo.
Spegnete il fuoco sotto la farcia, unite il Fontal a dadini, mescolate velicemente e versate tutto sulla fillo, lasciando un buon margine su un lato della sfoglia.
Ripiegate i due bordi laterali verso l'interno e arrotolate lo strudel lasciando la parte libera alla fine. Trasferitelo su una teglia coperta da carta forno e spennellatelo con pochissimo olio.
   Accendete il forno, portatelo a 190° e, quando sarà in teperatura, infornate per circa 20 minuti. Controllate che la pasta diventi bella dorata, senza che scurisca troppo.
Quindi sfornate e lasciate intiepidire.
Ragliate lo strudel a fette di circa un paio di centimetri e servitelo. Accompagnatelo con una fresca insalata o con verdura saltata in padella e avrete grande successo.

Vi confesso che le due estremità, per gli amanti della croccantezza come me, sono una vera e irresistibile tentazione, per cui, se avrete più di due ospiti a tavola, evitate liti e teneteli per voi :D Non è mai un bene mettere in difficoltà i commensali, ahahahahahah.

In ogni caso vedrete quanto le singole fettine sapranno conquistare i vostri palati, e quelli dei fortunati assaggiatori.

mercoledì 24 dicembre 2014

La ricetta del cuore e i miei auguri di gioiosi momenti di vita e di festa

Un post insolito, quello di oggi. Nessuna prelibatezza, non oggi. E' la prima volta, da quando nutro questa pagina, che scrivo qualcosa senza raccontarvi di un piatto, frutto della mia mente bizzarra.
Sono giornate particolari, queste. Fuggo dalla frenesia del Natale. Mi tengo a distanza da pranzi esagerati. Mi coccolo di dolci nel mio piccolo e provo il semplice piacere della condivisione infornando teglie di biscotti per chi mi fa sentire, in qualche modo, qualcuno. Ma c'è un dettaglio importante, che caratterizza questi momenti. Questo, per me, non è solo il Natale. Questa per me è la vita. Nel bene e nel male, nelle gioie e nelle difficoltà, le emozioni sono un fiume che non si ferma mai. Fatto di piccole cose, di dettagli così ricchi da farmi sentire una donna fortunatissima.

Oggi scrivo queste parole per poter arrivare a ciascuno di voi e regalarvi un piccolo pensiero. Ma soprattutto so che, in questo modo di solleticare i vostri cuori, chi gioirà maggiormente sarò io.
Abbandonate le esagerazioni. La bellezza sta nelle piccole cose. Non serve strafare per fare bene. Tenete stretto ogni momento speciale di questi giorni di condivisione, godetene istante per istante, spremete ciascun dettaglio. Indossate i vostri sorrisi migliori, quelli sinceri, quelli che nascono da dentro. Osservate come il sorriso trasforma le espressioni di chi vi sta intorno e provate gioia nel regalare quello stesso sorriso. Apprezzate l'amore dimostrato, incondizionatamente. E amate senza limiti. C'è qualcosa che nessuna somma di denaro può comprare: la felicità. E la felicità, quella vera, nasce da un animo sensibile e riconoscente.


Ma soprattutto..... abbracciate i vostri cari, gli amici, i vostri amati, chi vi fa star bene, chi ne ha bisogno e desiderio. Regalate calore e affetto, senza risparmiarvi. E osservate come donare sia un'esperienza infinitamente più totalizzante del ricevere.

Vivete il presente e fatelo vostro come se fosse unico e irripetibile.
Siate felici e rendete felici chi vi sta accanto.

Sereno Natale a tutti.
Siete speciali e importanti, per me e per il mio sorriso. Siatelo anche voi per chi vi sta accanto.
Grazie di cuore.

Erica

lunedì 22 dicembre 2014

Gratin di gnocchi di castagne all'aroma di rosmarino con pere e pepe: l'ora dei saluti, ma in grande stile

La sfida si era presentata da un po'. Le castagne quest'anno hanno troneggiato in cucina per molto tempo. Le ho amate nelle vellutate, in insalata, bollite, in versione dolce e come semplici caldarroste. Ma mancava qualcosa all'appello. Sfruttare la polpa farinosa per farci un primo piatto non mi avrebbe certo permesso di arrendermi al saluto di questo frutto tipicamente autunnale e assistere ad un nuovo cambio di prodotti, nella ruota incessante delle stagioni, prima di appagare l'ultimo capriccio. Così quel giorno è arrivato. Un giorno in cui il desiderio di vedere materializzarsi l'idea è stato più forte del blocco da preparazione (odio sbucciare le castagne bollite ^_^). E' bastato aggiungere pochi altri ingredienti per dare gusto e creare un perfetto bilanciamento di sapori. Pere, castagne, rosmarino e pepe, sotto una sfiziosissima gratinatura di parmigiano, hanno appagato il mio palato e, ora, sono pronti ad stravolgere i vostri.
La preparazione con sole castagne bollite ha lasciato l'impasto molto morbido. Se preferiste avere delle chicche più compatte e consistenti, potrete aggiungere della farina di castagne, o altra farina a piacere. Sfoderate le forchette, c'è da dare fondo ai piatti!!

Ingredienti

Per gli gnocchi
180 g di castagne bollite
20 g di burro di arachidi salato
30 g di bresaola
20 ml di latte d'avena
sale rosa dell'Himalaya
2 rametti di rosmarino

Per il condimento
1/2 pera abate
porro
mix di pepe creolo
olio evo
parmigiano

Pulite le castagne, precedentemente bollite, e inseritele in un boccale.
Aggiungete il burro di arachidi, le fettine di bresaola spezzettate e le foglioline di rosmarino lavate. Frullate tutto fino ad ottenere un impasto compatto. Ultimate con il latte.
Correggete con il sale e lasciate riposare l'impasto, in un panetto avvolto nella pellicola, per almeno un'ora.
Trascorso il tempo, riprendete l'impasto  tagliatelo a pezzi. Create dei salsicciotti, che taglierete poi in gnocchetti. Procedete fino a terminare l'impasto.
   Tritate finemente un pezzo di porro e lasciatelo imbiondire in padella, con un cucchiaio di olio evo. Sbucciate la pera e tagliatene metà a dadini non troppo piccoli. Unitela al soffritto e lasciatela saltare a fiamma viva per qualche minuto, fino a quando sarà morbida e leggermente dorata. Salate e pepate a piacere.
Mettete dell'acqua in un pentolino e portatela ad ebollizione. Salate e, quando bollirà, versatevi gli gnocchi. Sarà questione di un minuto al massimo: non appena inizieranno a venire a galla, prelevateli e trasferiteli in padella, con le pere.
Fate saltare tutto per pochi istanti, quindi trasferite tutto in una pirofila.
Coprite la siperficie con delle fettine sottili di parmigiano e trasferite tutto in forno. Fate gratinare per circa 5 minuti, fino  quando il formaggio sarà sciolto e dorato.

Non vi resta che servire il vostro piatto. Caldo, scioglievole, avvolgente e inebriante.

A voi l'assaggio e la scoperta di sapori ancora nuovi in un accostamento diverso dal solito.


venerdì 19 dicembre 2014

Torciglioni lievitati con semi di lino e semi di chia: il riscatto delle buone abitudini assopite

E' da una vita che non mi dedico più ai lievitati. Mettiamoci il tempo, sempre risicato. Mettiamoci la totale mancanza di capacità di trasmissione d'amore per una preparazione che non può essere sommaria e lasciata al caso. Mettiamoci la credenza (e la prova) che la totale assenza di influssi positivi è direttamente proporzionale al fallimento. Mettiamoci quello che vogliamo, scuse o realtà, sta di fatto che le mie scelte, ultimamente, volgono sempre più su pietanze differenti. Però non mollo, e di tanto in tanto mi lancio in qualche sfida all'ultimo estremismo. Avevo preso del lievito madre essiccato, totalmente naturale, nel mio spaccio personale di farine e simili. Lo avevo preso parecchio tempo fa e in tutto questo tempo l'ho conservato in un barattolino di vetro graziosissimo, lì in prima fila nella mia dispensa. MAI USATO. Così, quando torno dalla mia fornitrice, mi dice che probabilmente quello sarà diventato un cimelio, più che un alleato. Ma ci provo ugualmente. Esatto. Un simil cimelio. La lievitazione non è stata all'altezza dei migliori auspici, ma questi torciglioni sono di una chiccheria d'altri tempi.
Ho messo insieme sapori e ingredienti che amo: la sfogliatura con il burro d'arachidi, i semi di lino, quelli di chia e farine speciali!! Insomma, il risultato è comunque un abbraccio avvolgente e dolce che mi spinge non solo a riprovarci, ma a rendere giustizia ai miei desideri assopiti.

Ingredienti

35 g di semi di lino
20 g di semi di chia
400 g di farina Petra 1
100 g di farina di segale Jurmano
80 g di malto d'orzo
35 g di lievito madre secco naturale
380 g di latte di soia tiepido
50 ml di olio di semi di soia
1 g di sale
40 g di burro di arachidi
1 cucchiaio di zucchero di canna Dulcita

Inserite in un boccale i semi di lino e quelli di chia. Tritate velocemente. Unite le farine, il lievito, il malto d'orzo e iniziate ad impastare. Unite poco alla volta il latte, poi il sale.
Per ultimo versate l'olio a filo, facendolo assorbire perfettamente all'impasto. Ricaverete una pasta ben incordata, che metterete in una terrina. Copritela con un foglio di pellicola trasparente, quindi lasciatela lievitare per 24 ore.
   Una volta trascorso il tempo, stendete la pasta su una spianatoia infarinata e copritene 2/3 con il burro di arachidi. Effettuate una piega a 3, avvolgete la pasta nella pellicola e lasciatela riposare in frigo per 2 ore. Riprendetela, stendetela nuovamente e procedete con una piega in 4. Avvolgetela nuovamente nella pellicola e lasciatela altre 2 ore in frigorifero.
Riprendete quindi l'impasto e stendetelo in una sfoglia spessa circa un centimetro. Tagliatela in due e copritene una metà con lo zucchero di canna. Sovrapponete l'altra metà e tagliate rettangoli di circa 8 cm x 15 cm.
Effetturate un taglio, nel verso della lunghezza, che divida il rettangolo in due, lasciando un'estremità unita.
Attorcigliate ciascun braccetto e poi intrecciate tra di loro le due estremità. Unitele al fondo e ponete ciascun pezzo su una teglia coperta da carta forno.
Lasciate liecitare ancora per un paio d'ore, quindi accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Spennellate la superficie delle brioches con un'emulsione di latte di soia e olio, quindi infornate. Cuocete per circa 45 minuti, fino a quando sulla superficie si formerà una crosticina dorata.
A questo punto sfornate e lasciate raffreddare completamente i torciglioni.

Non vi rimane che divertirvi a sfogliarli e ad assaporarli nella loro consistenza rustica e inebriante.

Io mi dedico questa coccola solo una volta la settimana, la domenica mattina. La tentazione è forte, ma non è forse vero che il desiderio del piacere è esso stesso piacere?

In ogni caso vi avviso: ora il lievito madre secco è nuovo e ben conservato. Non si può più sbagliare ^_^

mercoledì 17 dicembre 2014

Verdure gratinate al pecorino con aromi fruttati: una portata regina.... e c'è chi lo definisce contorno

E' pensiero comune, quando si pensa ad un contorno, credere che il ruolo cui è destinato non meriti particolare attenzione affinché gli si possa attribuire un po' di carattere. E' un contorno, no? Se no si chiamerebbe portata principale!! Sì, forse. Ecco, no, non sono d'accordo. Forse la mia idea di cucina è un po' distorta, forse rappresento l'instancabile pensiero controcorrente. Forse sono la solita sovversiva, che prende a calci la normalità e non si cura del pensiero comune. In fondo io sono quella che ama i dettagli. Ma sono anche quella che va avanti caparbiamente, di testa propria. Nel bene e nel male, certo, ma senza mai mettere da parte i miei istinti di creatività.
Un contorno, eravamo rimasti qui. Non un contorno anonimo e qualunque. Un contorno con personalità. La dimostrazione che i miei nuovi approdi su confini fino ad ora sconosciuti mi danno grandissime soddisfazioni. Parlo di quel dettaglio che, in questo piatto, ha trasformato delle semplici verdure in una portata regina. Spesso mescolo il dolce al salato. Non a tutti piace, ma per me è una scelta che rappresenta un po' l'emblema della vita. E' come osservare il mondo da prospettive differenti. E vi garantisco che la prospettiva di questo piatto, qualsiasi scegliate, è ricca e travolgente.
E il famoso pecorino regalatomi da mio fratello ha avuto un'altra degna interpretazione!

Ingredienti

1 patata (80 g pulita)
1 carota (100 g pulita)
80 g di asparagi (io ho le scorte dell'orto congelate)
100 g di germogli di soia
75 g di pecorino sardo
10 g di nocciole + 5 g per la gratinatura
10 g di farina di mandarino
5 g di semi di lino
1 fico secco
1 cucchiaio di olio evo
sale rosa dell'Himalaya
peperoncino
noce moscata

Pulite carote e patate e tagliatele a julienne. Portate a bollore un pentolino di acqua salata e sbollentatele per un paio di minuti. Trasferitele su un panno di tessuto e lasciatele raffreddare.
Procedete sbollentando anche gli asparagi, che poi taglierete a bastoncini, e i germogli di soia.
Trasferite le verdure in una boule e conditele con l'olio, il sale, il peperoncino e la noce moscata. Mescolate tutto, in modo che il condimento venga distribuito uniformemente, quindi coprite la boule e mettetela in frigorifero per un'ora circa.
Nel frattempo preparate gli ingredienti per la gratinatura: sgusciate le nocciole e inseritele in un boccale, insieme al pecorino tagliato a dadini, i semi di lino e la farina di mandarino.
   Tritate tutto grossolanamente, quindi aggiungete il fico secco spezzettato e continuate a frullare. Se non vi dovesse piacere il sapore del fico secco, potreste utilizzare dell'uvetta sultanina, oppure delle gustosissime bacche di Goji.
Riprendete le verdure marinate e versateci sopra 2/3 della farina appena ricavata. Mescolate bene il tutto, fino quando saranno come impanate.
Ungete leggermente una pirofila, quindi distribuitevi le verdure appena preparate. Spolverizzate la superficie con la farina rimanente.
Tagliate a coltello le nocciole, in modo da ricavare una granella spessa. Distribuitele sulle verdure, quindi infornate. Cuocete a 200° per 30 minuti, fino a quando la superficie sarà ben dorata.

Una volta pronte, lasciate intiepidire leggermente le verdure. In questo modo i sapori si assesteranno e si armonizzeranno perfettamente.
A questo punto lasciate uno spazietto accanto alla portata principale e..... servite questa delicata meraviglia!
Forse la volta successiva ne preparerete una dose doppia, e forse darete meno importanza alla portata principale. O forse penserete a questa come.... la portata principale.

Questo è un insieme di sapori che non si dimentica facilmente, ed è un piatto sano, leggero e travolgente!

Questo è un piatto che si mangia fino all'ultima briciola!!

lunedì 15 dicembre 2014

50 sfumature di .... mela: piccante di basmati integrale affumicato con mela e melagrana

Ci sono cose che mi affascinano a prima vista. Per le altre trovo sempre una scusa, una priorità maggiore, una strategia per metterle da parte. Ma quando qualcosa catura la mia attenzione in modo così travolgente, l'imperativo è FARLO. E anche al più presto. E' come se le mie mani pensassero con una mente a se stante. Come se mi portassero comunque lì, a quella prova.
Fu così che, quel giorno di parecchie settimane fa, guardando un documentario sulle tradizioni culinarie mondiali, mi imbattei in una tecnica particolarmente semplice per affumicare. Mi ci vedete, nel bel mezzo della stagione autunnale, ad andare a prendere i mezzi per mettermi alla prova? Certo, non sapete ancora di cosa stia parlando, ma...... cosa pensereste nel vedermi saltellare con in braccio il mio bottino, bella gaudente e noncurante della perplessità di chi ha dovuto rispondere alla mia richiesta "scusi, dove posso trovare la carbonella?". Sì, la carbonella. Nel bel mezzo del mese di novembre. Mi diverto come una pazza a mostrarmi insolita tra gli sguardi sbigottiti dei normali.
Confesso che questo non è il primo piatto per cui ho adottato questa tecnica. Ormai posso dire che sia collaudata a dovere. Anche se sto pensando di affinare la tecnica procurandomi legnami che possano dare aromi particolari agli alimenti. Per il momento mi accontento. L'aroma di affumicato regna in casa (e nel frigorifero) per almeno una settimana, ahahahahahah, ma io sono felice, tutto il resto è un dettaglio!!

Ovviamente la presenza importante della mela fa di questo piato una proposta importante per l'iniziativa di Valentina e la raccolta di 50 sfumature di.... mela

Ingredienti

45 g di riso basmati integrale
130 g di acqua
sale grosso
1/2 cucchiaino di cannella
peperoncini sott'olio (io ho utilizzato quelli della mia mamma)
30 g di melagrana
2 noci
1/2 mela renetta
farina di riso
2 pezzi di carbonella
burro chiarificato o margarina

La preparazione del riso richiede 24 ore di riposo, regolatevi!
Prendete 2 pezzi di carbonella e metteteli su una fiamma viva, fino a farli diventare roventi. Ci vorranno almeno 20 minuti, prima che siano pronti, per cui iniziate da questo passaggio.
Mettete il riso in una casseruola e versateci l'acqua. Portate a bollore, quindi salate e coprite con un coperchio. Abbassate la fiamma e cuocete per circa 25 minuti.
Quando sarà pronto spegnete il fuoco e conditelo versando la cannella e il peperoncino, in quantità a piacere, con il relativo olio. Mescolate affinché tutti i sapori vengano ben distribuiti.
Posate una ciotolina nel mezzo di un piatto fondo capiente, quindi sistemate il riso appena condito tutto intorno. Trasferite i due pezzi di carbonella roventi nella ciotolina e versateci sopra un cucchiaino abbondante di burro chiarificato (o margarina). Coprite immediatamente con un foglio di carta stagnola, sigillando bene i bordi in modo da non fare fuoriuscire il fumo.
Sistemate il piatto in frigorifero e lasciatelo riposare per 24 ore.
Quando sarà ora del pranzo (o della cena), pelate la mela renetta e tagliatela a dadini. Infarinatela nella farina di riso e saltatela in padella con un cucchiaio di olio evo, a fiamma viva. Salatela a piacere.
Dopo un paio di minuti versate il riso, le nochi spezzettate e mescolate. Fate insaporire per qualche istante, quindi aggiungete la melagrana. Ancora un paio di minuti, per insaporire tutto, e il piatto è pronto.
Trasferite il riso in un piatto e servite.
Io mi sono divertita ad impiattare la pietanza con uno stampo a forma di... mela ^_^ A voi la libertà di assecondare la fantasia.
Decorate il piatto con due fettine di mela grigliate e qualche chicco di melagrana fresca e gustate.
Si tratta di un insieme particolare di sapori: il dolce che si fonde all'affumicato e il tocco di peperoncino che lega tutto alla perfezione.
Io ho trovato che in questo piatto ci sia poesia e meraviglia. Novità e stupore. E credo che questa tecnica mi accompagnerà per altri piatti.


Siete avvisati!!!


Con questa ricetta partecipo al contest di La Taverna degli Arna 
Categoria primi piatti
http://arnataverna.cucinare.meglio.it/il-natale-che-non-ti-aspetti/