mercoledì 29 aprile 2015

Waffles salati al grano arso con crema di patate al rosmarino e asparagi saltati allo zenzero: due anni di noi

La notizia è terrificante. Lo è di suo, senza il bisogno di ricorrere ad aggravanti. Ma il mio cuore è laggiù, negli occhi di un bambino, di una comunità. Di Mahesh sono stati i primi disegni. Le sue pagelle mi hanno emozionato. Ma lui, con la sua famiglia, ha lasciato la zona seguita dal progetto in cerca di fortuna, forse, o di lavoro. Al suo posto sono arrivati gli occhi di Baiju. Le sue lettere mi riempiono il cuore. Ogni volta. Mahesh e Baiju sono nomi che rappresentano un popolo intero, a cui mi sento legata ormai da anni. E questa notizia mi gela il sangue nelle vene. Perché è terrificante senza bisogno di ricorrere ad aggravanti, ma le aggravanti mi colpiscono come una mitragliata in pieno petto. Per quanto io possa fare, nel mio piccolo, non sono niente di fronte alla grandezza di madre natura e delle sue espressioni, sotto qualsiasi forma. Il cuore è là, oggi un po' di più. Il pensiero è costante, voglio informazioni. E improvvisamente, due giorni fa, squilla il telefono. Quelle parole mi colpiscono. "Vogliamo darle notizie". Sono sorpresa, ma non so cosa aspettarmi. Ho paura. Parlo a quella donna come se fosse un'amica, le confido le mie emozioni. "I nostri uffici a Khatmandu sono irraggiungibili, non abbiamo pieno accesso alle informazioni, ma le zone da noi seguite sono piuttosto lontane dall'epicentro". Respiro, ma è difficile contenere questo fiume di sensazioni che mi travolge. "Abbiamo bisogno di aiuto".
Oggi è il secondo compleanno di questo blog. Avevo immaginato di scrivere tutt'altre parole. Di ringraziare ciascuno di voi, per la presenza costante, per l'affetto che mi riservate, per la forza che, anche inconsapevolmente, mi trasmettete, per le motivazioni che mi date.
"Io non posso permettermi di fare grandi cose, ma ho una pagina, seguita da un discreto numero di persone. Posso utilizzare quel canale per fare qualcosa, per fare passare un messaggio, per concentrare le risposte alla vostra richiesta di sostegno". L'entusiasmo che si è acceso nella voce dell'interlocutrice, nel sentire queste parole, mi ha fatto piangere. "Se le venissero in mente altre iniziative non esiti a contattarci".
Non sono che una goccia d'acqua in un oceano infinito. Ma è la goccia che scava la roccia. La goccia, seguita da un'altra goccia, poi un'altra e un'altra ancora.
Più di tremila morti non possono lasciarci indifferenti
Ho promesso che avrei condiviso il loro link. E' nulla, ma lo faccio con quel cuore che abita le terre distrutte e che abbraccia Mahesh, Baiju e tutte le comunità.

Fondo emergenze Nepal

Grazie a chi ci sarà, a darmi forza, motivazioni e coraggio anche questa volta.

Ingredienti

Per i waffles
1 uovo
30 g di farina di segale Jurmano
20 g di farina di grano arso
1 g di sale nero di Cipro
1 pizzico di bicarbonato

Per la farcitura
10 asparagi
200 g di patate
10 g di nocciole
1 rametto di rosmarino
zenzero in polvere
1 cucchiaino di semi di sesamo
sale rosa dell'Himalaya
olio evo

Pulite gli asparagi e cuoceteli al vapore lasciandoli croccanti. Quindi pelate le patate e fatele bollire fino a quando saranno completamente morbide. Schiacciatele, trasferitele in un bicchierone e lasciatele intiepidire.
Sbattete l'uovo con il sale nero, giusto il tempo necessario a rendere omogeneo il composto, ma non spumoso. Aggiungete le farine e il bicarbonato.
Impastate fino ad amalgamare tutto e rendere l'impasto compatto. Quindi mettetelo in frigo a riposare per un'ora, coperto da un foglio di pellicola trasparente affinché non faccia la crosticina.
Pestate le nocciole in un mortaio, non troppo fini. Lavate il rosmarino e tritatelo finemente. Io procedo sempre con la mia fedelissima mezzaluna. Passate le patate tenute da parte con un frullatore ad immersione, creando una crema liscia e vellutata. Unitevi nocciole e rosmarino, mescolate amalgamando tutto perfettamente e lasciate riposare, in modo che i sapori si armonizzino perfettamente.
Scaldate in una padella un cucchiaino di olio evo, quindi fatevi saltare gli asparagi. Salate a piacere e unite lo zenzero in polvere. Fate insaporire e dorare bene con uniformità. Nel frattempo dedicatevi ai waffles.
Scaldate la piastra sul fuoco (io uso quella in alluminio, ma avendo una piastra, accendetela e portatela a temperatura).
Adagiate sopra metà composto e chiudete lo stampo. Cuocete fino ad ottenere una doratura perfetta e l'interno perfettamente asciutto. Prelevate il waffle e procedete con la restante parte di impasto. Mentre cuoce, versate sulla prima cialda buona parte della crema di patate. Sistemate sopra gli asparagi, cospargete con i semi di sesamo e versate la crema restate.
   Quando sarà cotta, utilizzate la seconda cialda per chiudere il sandwich, quindi gustate.
Per i più audaci e sbrodoloni la sfida potrebbe essere quella di assaporare con le mani. Personalmente ho optato per forchetta e coltello. Ho trovato facilitassero l'operazione ^_^

Mi sono piaciuti molto i sapori contrastanti: l'intensità del grano arso incontra la delicatezza della crema di patate e la dolcezza di asparagi novelli e sposa perfettamente l'aroma del rosmarino e dello zenzero. Come mia abitudine, il tocco croccante è quello che rende tutto più sfizioso.

E' un piatto semplice nei sapori, genuino nella scelta degli ingredienti. E non è convenzionale, come ormai, in queste pagine, vi siete abituati a scoprire.
Bilanciato nelle proprietà nutrizionali e contenuto nelle calorie. Rispettoso della stagionalità e decisamente intrigante ^_^
Tutte caratteristiche che ho scelto di mettere in evidenza per questo giorno speciale. Perché sono le caratteristiche che fanno parte di me e del mio modo di vivere e interpretare la cucina.

Dare spunti e percepire quanto questi vengano colti mi riempie di enorme gioia. E questa gioia sarebbe ancora più grande se, uniti a me, decideste di assaggiare non solo questa nuova proposta, ma anche il piacere di destinare qualcosa di personale per una causa importante.
Sono certa che saprete rendermi felice e che darete il vostro piccolo contributo, come una goccia che scava la roccia, alla causa Nepal.

GRAZIE per la vostra preziosa presenza.

lunedì 27 aprile 2015

Polpette di seppie ripiene di asparagi e pistacchi: le caparbie volontà di una folle testarda

Nella mia dimensione creativa, che proprio non trova piacere nel banalizzare il cibo o nel concepirlo sempre nella stessa forma e dello stesso sapore, mi capita di confrontarmi con sfide talvolta ai limiti del realizzabile. Le idee prendono forma nella testa con una facilità inversamente proporzionale alla fattibilità di realizzazione. O, quantomeno, alla semplicità di esecuzione. Ma, del resto, se non fossi così brava a complicarmi la vita non sarei io. Vi dico solo che ago e filo è stata l'idea di partenza di queste seppie. Le volevo chiuse a polpetta e chiuse a polpetta sarebbero dovute essere. La cucitura sartoriale sarebbe stato l'unico modo per permettermi di ottenere il risultato sperato senza intervenire rovinosamente sull'aspetto della polpetta cotta. L'estetica, laddove non si possa assaggiare con un bel morso (mi spiace davvero tanto per voi, perché talvolta è proprio un'occasione persa!!!), ha la sua fondamentale importanza. Eppure, non me ne voglia la mia brava mamma sarta, ago e filo non erano sufficientemente a portata di mano. E allora come fare? Sfidiamo la sorte: mi affido alla naturale forma di questo mollusco giocando sulla cottura. Il risultato? Guardate e giudicate. Io lo trovo perfettamente corrispondente alla mia idea di polpetta ^_^

Ingredienti

4 seppioline
50 g di asparagi bolliti
7 g di pistacchi
1/2 cucchiaino di farina di limoni
4 rametti di timo limone
sale rosa dell'Himalaya
olio evo
1 cucchiaio di farina di riso
1 cucchiaio di farina di mais fioretto
2 cucchiai di latte vegetale

Lavate le seppie, quindi prelevate tuttti i tentacolini e tritateli, insieme ai pistacchi e al timo limone. Aggiungete gli asparagi tagliati a tocchetti, la farina di limoni e il sale rosa, quindi mescolate tutto e lasciate riposare per una mezz'oretta, in modo che i sapori di armonizzino.
A questo punto prendete le vostre seppie e farcitele con il composto preparato. Fate attenzione a non rompere l'anello della parte del tentacolo prelevato: in questo modo sarete facilitati nel mantenere la forma chiusa del mollusco. Riempitele bene, quindi chiudete bene la carte della seppia intorno alla farcitura.
Passatele nella farina di riso, facendo in modo che ne siano completamente coperte. A questo punto immergetele velocemente nel latte e impanatele nella farina di mais fioretto. Lasciate che prendano bene la panatura e, facendole riporare per una decina di minuti, che la mantengano a sé in modo compatto.
Scaldate in una padella un cucchiaio scarso di olio evo. Quando sarà molto caldo adagiate le seppie dal lato dell'apertura. Lasciatele cuocere per qualche minuto, quindi giratele. Procedete, girandole continuamente e a distanza di qualche minuto, fino a quando saranno perfettamente dorate. Ci vorranno circa 30 minuti a fiamma moderata. Prestate attenzione a non rovinare la panatura negli spostamenti. Non essendoci l'uovo rimane un po' più delicata. Il tempo di riposo pre cottura servirà proprio a far aderire meglio la farina.
A questo punto trasferite nei piatti e gustate. Io ho accompagnato la pietanza con delle semplicissime melanzane grigliate: accostamento perfetto per bilanciare i sapori.

La crosticina croccante che nasconde una carne tenera e un cuore morbido e saporito: un insieme di consistenze perfetto che dà valore ad un piatto sfizioso e insolito.
Il taglio è ad effetto. La coroncina bianca della seppia racchiude perfettamente sapori delicati e particolari. Oltre che genuini.

venerdì 24 aprile 2015

Biscotti "scrocchiarelli" ai semi di chia e di canapa: il sapore della genuinità che dipinge il quotidiano

Che sia seriale l'avrete ormai capito. E anche che la mia vena salutista venga prima di qualsivoglia tentazione di gola non è più un segreto. Mi sciolgo di fronte a biscotti burrosi, ma più per l'idea di un ricordo, che per il piacere che proverei a gustarli ancora. Tanto che ricorro sempre a ingredienti genuini. Non sento la mancanza del burro. Non sento la mancanza di una pasta frolla da manuale. Non mi mancano i condimenti forti e grassi. Non mi manca il dolce troppo dolce. Non mi manca neanche il latte vaccino. Mi sono ambientata perfettamente tra i miei alleati speciali. Talvolta provo qualcosa di nuovo. Talaltra qualcosa di nuovo la scopro. Mi piace sperimentare e provare accostamenti diversi. Motivo, questo, per non ripetere mai due volte la stessa ricetta. Quasi sempre ^_^ Già, perché mentre vi parlo di questa prima infornata, nel barattolone di vetro ho quel che resta della seconda. Ma mentre assaporo i rimasugli della seconda infornata ricordo che questo biscotto non è altro che l'elaborazione di quest'altro biscotto. E' che al genuino ci ho preso l'abitudine. E il genuino mi è spontaneo perpetuarlo nella quotidianità. Anzi, al genuino non riesco più a resistere!!

Ingredienti

70 g di farina di segale
30 g di farina khorasan (saragolla)
70 g di burro di arachidi
5 g di farina di limoni
1 tuorlo
50 g di malto di riso
15 g di semi di canapa
15 g di semi di chia
25 g di fiocchi d'avena
1 pizzico di sale (solo se non utilizzaste il burro salato)

Interite nel boccale le farine, compresa quella di limoni (la preparo tritando finissimamente le bucce essiccate dei limoni biologici che utilizzo come coccola mattutina del risveglio), i semi di canapa, quelli di chia e i fiocchi d'avena. Miscelate tutto in modo da ottenere omogeneità.
A questo punto unite il burro di arachidi, il pizzico di sale (se il burro non fosse salato), il malto di riso e il tuorlo. Impastate tutto fino ad ottenere una sbriciolata ben amalgamata.
Compattate la pasta in un panetto e avvolgetela in un foglio di pellicola trasparente. Lasciatela riposare in frigorifero per un'ora.
Tiratela fuori e lasciatela a temperatura ambiente per circa mezz'ora, quindi stendete la pasta aiutandovi con un mattarello, formando una sgohlia spessa circa mezzo centimetro. Abbiate pazienza, perché l'impasto risulterà piuttosto difficile da lavorare. La seconda volta, infatti, ho formato i biscotti uno ad uno, con un coppapasta riempito con un cucchiaino di impasto sbriciolato, poi compattato con il suo schiaccino.
Sistemate i biscotti su una teglia coperta da carta forno e infornate, a 170°, per 20 minuti.
Controllate che non scuriscano troppo. Ciascun forno ha le sue caratteristiche, per cui il tempo di cottura potrebbe variare.
Sfornate i biscotti e trasferiteli su una gratella, fino a farli raffreddare completamente. Raffreddando acquisiranno una perfetta croccantezza.
Una volta che saranno freddi e scrocchiarelli asaggiateli e, per le scorte, conservateli in un barattolo di latta o di vetro. Si conserveranno per molti giorni, sempre lì, pronti ad assecondare ogni vostro desiderio.
Favolosi da soli, sono incantevoli con una bella spalmata di buona e genuina marmellata casalinga, ma perché no, anche con del vellutato e avvolgente cioccolato. Con la frutta, ma anche, udite bene, sbriciolato nello yogurt (per me di soia).

Sono completi per i loro ingredienti, sfiziosi per il loro sapore e genuini per le proprietà di ciascun elemento presente.

Non vi nascondo che l'idea di una terza infornata mi stuzzica non poco!! Quello scrocchiare dei semini sotto i denti mi piace da impazzire ^_^

mercoledì 22 aprile 2015

Scarola farcita con feta e noci al forno: storie di certezze perdute e conquiste raggiunte

Quando ho dichiarato a mia mamma di sentire il desiderio di un bel piatto di scarola saltata in padella, la sua risposta ha fatto crollare il castello di certezze. "Non ho mai pensato alla scarola, se non per la minestra". E la mia idea che quest'insalata fosse patrimonio genetico della mia adolescenza in famiglia si è silenziosamente frantumata. Ma come????? E io da quale cilindro l'avrei tirata fuori, in tempi decisamente lontani dalla concezione di cucina compulsiva e salutista, questa insalata? Quale barbaro folletto mi ha portato a prendere un cespo di scarola, quando ancora mi nutrivo di alimenti che oggi non riesco neanche a pronunciare? Buco, vuoto, nebbia fitta. C'è questo passaggio della mia esistenza che è un salto nel buio, una tessera mancante di un puzzle più o meno definito. Ad oggi non sono ancora convinta che sia realmente così, ma di certo non ne farò questione di stato. Meglio elaborare da me e, in ogni caso, godere della conquista, qualsiasi sia stato il percorso che mi abbia permesso di raggiungerla. Perché, ve lo confesso, la scarola passata in padella è uno dei miei contorni preferiti. Se arricchita con un paio di olive taggiasche e, magari, delle acciughe.... beh, resistere mi risulta davvero impossibile. Ma nel tempo, oltre che proporvela nella succitata minestra del pastore e alla piastra, l'ho assaporata e contestualizzata in molteplici versioni. Questa vale la pena di essere condivisa. Un cespo farcito e ricco, che si tinge di sapori armoniosi e diventa piatto unico (punti di vista ^_^). Insomma, semplicità e gusto entrano nuovamente in scena. Vuoti di memoria o no, questa insalata non mi delude davvero mai!!

Ingredienti

1 ceppo piccolo di insalata scarola
50 g di foglie di tarassaco
80 g di feta light
4 noci
1 uovo
olio evo

Pulite il ceppo di insalata eliminando le foglie più esterne (in padella con un filo d'olio sono favolose!!) e lavatelo mantenendolo unito al torsolo. Scolatelo bene e tenetelo da parte.
Fate bollire l'uovo fino a farlo diventare sodo, quindi scusciatelo. Lavate le foglie di tarassaco e unitele su un tagliere. Aggiungete i gherigli di noci e tritate tutto con una mezzaluna. Quando sarà piuttosto fine, aggiungete le uova e la feta. Tritate ancora, fino a rendere tutto omogeneo.
Riprendete la scarola. Coprite una pirofila con della carta forno, quindi iniziate ad adagiare le foglie più esterne del ceppo di insalata (staccatele e create una base). Coprite tutto con una parte di farcitura, quindi posate il ceppo stesso e farcite tra le foglie in modo uniforme. Spostate bene foglia per foglia e fate arrivare il trito fin nel cuore.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°. Irrorate leggermente con qualche goccia di olio evo, quindi infornate.
Tenete la pirofila su un ripiano piuttosto basso del forno. In questo modo eviterete di bruciare le estremità delle foglie.
Quando sarà ben dorata, estraete la vostra scarola e servite. Non ci penso un attimo a dire che è perfetto come centro tavola, da sfogliare con le mani e assaporare, foglia per foglia, strato per strato.
E non mi vergogno a dire che, seppur all'inizio abbia dato priorità alle nozioni base del galateo, anche io ho ceduto alla tentazione e l'ho assaporata così, foglia per foglia, rigorosamente con le mani ^_^

Sapori travolgenti che mi conquistano sempre, per un piatto che non mi delude affatto. Un'altra piccola conquista nel mondo del sano e buono.


lunedì 20 aprile 2015

Sigari di porro e prosciutto crudo dal cuore filante: nuove proiezioni di una tentazione ricorrente

Ci sono cascata di nuovo. Spesa veloce, una lista stampata in testa (il che lascia molto a desiderare) e un passaggio fortuito davanti al banco dei formaggi in promozione. Non è che mi ci metta di impegno, a guardare, perché nel tempo sono diventata intollerante 'per capriccio dello stomaco' a certi tipi di formaggio, ma è pazzesco come riconosca lui solo con un leggero sorvolo della coda dell'occhio. In quel momento la testa ha iniziato a immaginare, comporre, creare e a quel punto non c'è stato niente da fare: Fontal caro, sei mio!! E ne sono passati di giorni da quando quel pezzo di morbidissimo formaggio è entrato nel mio carrello, fino a quando sono riuscita a dare la forma perfetta alla mia idea. In questo tempo ho scoperto che un pezzetto non troppo grande, passato nel microonde per 4 o 5 secondi, assume una consistenza da mandare in visibilio le papille!! Ma non permetterò che tanta bontà mi streghi al punto da far passare un'occasione in abitudine. Il Fontal rimane un formaggio per pochi momenti: in questo modo il desiderio lo rende speciale!! Cremosità, sapidità, dolcezza e croccantezza fanno di questo piatto un piacevolissimo dipinto di gusto.

Ingredienti

2 foglie di porro
50 g di Fontal Nazionale
20 g di nocciole
4 fettine di prosciutto crudo
1 cucchiaino di semi di canapa
1 cucchiaino di semi di chia
olio evo

Prelevate due foglie di porro, facendo attenzione a non romperle. Lavatele, quindi sbollentatele per un minuto in acqua bollente. Trasferitele su un canovaccio pulito e lasciatele raffreddare. Tagliatele in due dimezzando la lunghezza e tenete da parte.
Pestate in un mortaio le nocciole, in modo da lasciare i pezzi piuttosto grossi. Tagliate il Fontal in 4 bastoncini. Adagiate una fettina di crudo su un tagliere. Versateci sopra un quarto di nocciole, quindi un bastoncino di formaggio ad un'estremità e iniziate ad arrotolare stretto, cercando di chiudere bene le estremità laterali.
Sistemate ciascun involtino in obliquo su un quadrato di porro.
   Arrotolate anche la foglia di porro, chiudendo bene i lati.
Bagnate velocemente ciascun sigaro e passatelo nel mix di semi, mescolati tra loro. Scaldate un filo di olio evo in una padella antiaderente, quindi passate i sigari, a fiamma viva, girandoli in modo che dorino uniformemente.
Una volta che avranno acquisito il colore desiderato, trasferite i sigari su un piatto. Trasferiteli per i famosi 4 secondi in microonde e lasciate che il cuore si ammorbidisca diventando cremoso. A questo punto non vi rimane che servire e gustare.
L'unica accortezza che adotterei sarebbe quella di utilizzare un'intera foglia di porro per ciascun sigaro. Gusto personale, che desidera sentire maggiormente la dolcezza accostata alla sapidità del prosciutto.
In ogni caso quel croccante delle nocciole che contrasta la scioglievolezza del formaggio è qualcosa di formidabile. I semi in superficie rendono sfizioso ogni morso e resistere a ciascun sigaro è impresa praticamente impossibile. Ho accompagnato laportata con dell'insalata scarola appena soffocata in padella con un po' di tarassaco. Un contorno fresco e semplice nei sapori che ben si sposa con i sapori degli involtini.




Non rimane che cedere!!